A dir la verità il 13 era in programma la “El Santo Gravel” di Bassano del Grappa, ma le previsioni meteo, problemi logistici ed i postumi del massacro sui sentieri del Monte Pasubio con zaino e figlio in spalla, mi hanno convinto a non programmare nulla se non all’ultimo minuto, come mi capita spesso di fare.
Il 13 era anche in programma lo svolgimento della decana delle Randonneè, il Giro di Lombardia, organizzato dalla SAV95 di Nerviano. Previsti due percorsi, il classico 200, come ACP impone, ed un 120 per chi vuole farsi un’uscita senza tirarsi il collo. Partenza per entrambi alle 8:00, circa 8 ore il primo, la metà per il secondo, troppo per i miei impegni domenicali.
E se anticipassi la partenza e seguissi la traccia del 120? Primo, sarei di ritorno ad un orario decente, secondo, il Brinzio come salita della minirando giustifica da solo la levataccia in piena notte. Anche il meteo spinge per questa soluzione alternativa, le previsioni delle zone che saranno attraversate prevedono un inizio delle precipitazioni dalle 9 del mattino in poi, quindi, se confermate, male che vada dovrei bagnarmi solo nel tratto finale. Deciso! Vada per la minirando Lombardia by night.
Sveglia alle 3:10, a venti minuti dalle 4 sono già in sella. Partito da casa, alle 4:30 mi trovo sotto la torre del paese, uno dei simboli di Nerviano. Qui parte la traccia GPS da seguire, qui parte la mia Rando in notturna. Ho scelto di seguire il percorso da 120, il lungo sarebbe stato un azzardo affrontandolo da solo. La gamba gira bene, la testa è al Top! Oggi sono carico a molla, niente potrà fermarmi.
Si pedala inizialmente sul Sempione, automobili in giro ne incontro poche, i nottambuli ancora svegli sostano nei vari chioschi sparsi ai lati delle strade, al mio passaggio qualcuno mi insulta, altri si chiedono dove mai andrà uno in bicicletta a quell’ora, la maggior parte di loro nemmeno ci fa caso, meglio così…
Questi primi 30 chilometri non mi sono nuovi, sono le stesse strade pedalate nella Randonneè della Merla, appuntamento di inizio stagione in prossimità dei giorni più freddi dell’Anno. Sino a Gorla i lampioni mi aiutano ad illuminare la strada, potrei anche spegnere i due fari sul manubrio. Da qui in avanti però si incontrano sempre più spesso tratti privi di illuminazione, nero assoluto assai più affascinante ed esaltante per chi, come me, adora l’oscurità ed il pedalare di notte. Sono “drittoni” immersi nella vegetazione che accompagnano, anche se in leggera pendenza, alle porte di Morazzone, dove inizia la picchiata verso il Lago di Varese.
Raggiunto il Lago, il segmento sino a Gavirate, punta nord del bacino, è forse il tratto più delicato se affrontato di notte. Il motivo è semplice, un lungo stradone che ricorda più una tangenziale che una provinciale, invita le auto a percorrerlo a velocità sostenuta, creando così tensioni a chi sul ciglio della strada avanza in bicicletta. Ad essere onesti però, sia una ciclabile sul lato lago, che un’ampia striscia d’asfalto oltre la riga di bordo strada, aiutano non poco a percorrerla in totale sicurezza. Al mio passaggio, mi avranno superato al massimo tre auto, tutte ampliando fortemente la traiettoria del sorpasso, nessun problema per fortuna. Prima di Gavirate saluto il Lago, che francamente ho solo intuito fosse al mio fianco visto il buio pesto che ancora persiste, oggi il Sole non ha proprio voglia di farsi vedere…. A Cocquio Trevisago tiro un sospiro di sollievo, finalmente inizia l’ascesa al Brinzio.
Le prime rampe non sono uno scherzo, anzi, fortunatamente la parte cattiva dura poco per lasciare spazio a tratti molto più dolci che risalgono il versante della montagna senza mai strappare, questo sino a raggiungere il comune di Brinzio.
Alle 7:00 sono alle porte del Paese, foto, allaccio lo smanicato, tiro su i manicotti, bravo averli indossati coi gambali sin dalla partenza, e mi fiondo giù per la discesa in cerca di un Bar, qui ancora tutti dormono, tanto vale proseguire.
A Fogliaro ne scovo uno aperto, colazione, due chiacchiere col Gestore preavvisandogli che da lì a poco passeranno gli altri randagi della Randonneè, ma quasi subito riparto in bici, non vorrei raffreddarmi troppo visto che comunque ho già gli indumenti umidi.
A questo punto sono a metà del mio personalissimo Lombardia, ancora lo strappo dopo Malnate e poi sarà una lunga e dolce discesa sino a Nerviano.
A meno 40 rimango senz’acqua, dove trovare una fontana sulla strada? Beh, penso, al primo Campo Santo mi fermo, lì una fontana per i fiori ci sarà sicuramente. Detto fatto, a Berezzago sosta al cimitero, entro, e con stupore delle “sciüre” intente a riempire l’annaffiatoio per i fiori del caro estinto, ma anche a spettegolare sui compaesani, carico la borraccia e riprendo subito la strada per Nerviano.
Dopo Tradate il percorso ricalca in senso opposto la prima parte della rando, Gorla, Marnate, Legnano ed infine Nerviano, con arrivo all’Oratorio sede storica della SAV95.
Inizia a piovere, sosto giusto 5 minuti per salutare gli amici, bere un caffè, mettere la mantellina e riprendere la strada verso casa. Minirando “Il Lombardia” chiusa in 5 ore scarse, senza una goccia di pioggia come previsto.
Ultimi chilometri in totale relax, anche se sotto l’acqua poco importa di bagnarmi, sono ormai a casa, ne approfitto per ripensare al bel giro, alle strade percorse, ed alla fortuna, ancora una volta, di averlo terminato senza alcun tipo di pericolo o contrattempo, grazie. Ore 10:30 stacco il piede dal pedale e prima di spegnete il Garmin leggo 160k,1000mds e 25 km/h di media, non male.
Prossimo evento certo la “BloodyMoon” del 28, ascesa in notturna a Valcava nella notte dell’escissi di Luna, la notte della Luna rossa come qualcuno l’ha battezzata, l’incerto potrebbe essere un’uscita in Gravel con Giovanni, o un Ghisallo all’alba nell’ultima domenica del mese, vedremo…
Idea originale anticipare la rando ufficiale, io talvolta ne copio dei tratti dalle mie parti che non conosco o che mi sembrano interessanti. La gravel El Santo bella avventura su argini e stradine “selvagge” tra Asolo e Bassano con pioggia monsonica nell’ora finale! Ciaoo
Attendo il tuo report sulla santo gravel. Ci sarei venuto volentieri, anche con il maltempo, ma poi erano più problemi che piaceri… Speriamo x l’anno prossimo.
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