Il periodo “strano” è ormai alle spalle, si spera…
Non sono virologo, ne scienziato, ne medico, quindi evito di dire la mia al riguardo, l’unica certezza è che dopo un lungo periodo di limitazioni, la possibilità di pedalare, magari controvento, magari sotto la pioggia, è talmente forte che per un attimo mi sono dimenticato la mia reale condizione fisica… devastata da 70 giorni di pendolarismo, sofàrismo, letargismo.
Grazie a Simone, un Cusanoboys, pilotato forse dai miei stessi pensieri, mi arriva l’invito di spararci un Outskirts post Covid-19 nella prima domenica “libera”. L’idea è ottima, Outskirts è il giusto compromesso dopo più di due mesi di sostanziale inattività, è anche un’occasione per incontrare una Milano ancora incriccata, una Milano che, se lo vorrà, potrà tornare più bella di prima.
Simone, Davide e Stefano dei Cusanoboys, Roberto, Davide e Demis amici di Cormano sono il gruppo che mi accompagnerà in questa prima pedalata all’aperto, ricalcando una traccia che ancora oggi reputo la più stimolante che abbia mai concepito. Ci diamo appuntamento per le 7:15 al Santuario di Cusano, il ritmo sarà blando, la distanza tra di noi sarà oltremodo rispettata.
La sera prima ricevo un messaggio anche da Giorgio, nostro amico ma soprattutto un CusanoBoys ad Honoris Causa grazie al suo prezioso contributo nella gestione dei nostri eventi Tratturi Brianzalandia e Giro del Demonio, quest’ultimo annullato causa Lock-down.
Il messaggio è breve e recita: – Ciao Max, per Outskirts ci vogliono le scarpe pesanti? Domani, in compagnia del Mosca (Roberto Moscatelli aka Cuore Matto), vorrei spararmi il giro per la prima volta, cosa dici, uso la Rewel in Titanio o è preferibile pedalare sul mio cancello della Decathlon?
Dopo averlo rassicurato che la cosa migliore era pedalare sul cancello, ho cercato di capire se ci si poteva “beccare” da qualche parte luogo il Ring. Purtroppo gli orari non coincidevano.
Questa notizia ha però messo in evidenza che la “Private Edition”, l’idea di mettere a disposizione delle tracce non per mostrare le proprie performance, ma per offrire la possibilità di vivere un’esperienza differente, compatibilmente coi propri ritmi ed impegni, è la miglior formula per coinvolgere più appassionati possibile, eliminando totalmente i vincoli imposti dall’Evento, agonistico o goliardico che sia.
Ad ogni occasione, ascolto con una certa attenzione le opinioni di chi, per la prima volta, conclude il giro, così da raccogliere elementi utili per migliorarne la formula. Questa volta il battesimo è stato celebrato per Stefano ed i tre ragazzi di Cormano. Tutti soddisfatti e piacevolmente colpiti dall’idea di pedalare per oltre 80 chilometri attorno a Milano, pedalando su ogni tipo di terreno e scoprendo nel contempo un città inedita, o meglio tante piccole Milano che insieme formano la grande Metropoli. L’occasione li ha anche aiutati a comprendere meglio la mia idea di libertà su due ruote, zero vincoli, e soprattutto, zero pregiudizi, la vera briscola di queste “bici da corsa con le Vibram”!
Giorgio, anch’egli alla sua prima Outskirts, ha fatto qualcosa di più, ha preferito regalarci un racconto che richiama la Milano di 75 anni fa…
Queste le Sue parole:
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Torna la Milano dei sobborghi con tante idee, sensazioni e parole che ci piacerebbe scambiare con chi legge…
Monte Stella – la Montagnetta di San Siro.
Dovevo arrivarci in maniera strana e in età avanzata. Strana, perché salire sino alla vetta è un gioco da ragazzi con la bici giusta. Ma non sono ragazzo, né ho la bici giusta. Non so neppure se sono salito dal percorso migliore. Così, giunge il momento in cui la ruota gira a vuoto. Spingo ancora sui pedali, ma non serve, la gomma non fa presa. Si deve scendere, andare a piedi. Ne prendo atto senza proteste, senza rammarico, nessuna lesione all’orgoglio. Semplicemente, non è possibile. E la giornata, poi, dopo la segregazione oggi è un premio di luce e spettacolo intorno. Sulla pianura e nel cielo.
Cammino, allora, ed è una conferma. Il suolo sotto i piedi non ha consistenza, quasi.
Cede sotto la scarpa. Ha la consistenza della polvere di cemento e calce, di sabbia. Ghiaia fine di fiume, non i sassi della terra in campagna, argillosa. Sono macerie.
Io sto camminando su macerie. Quelle di Milano, sto camminando sulla Milano di prima del ’45. Sulle demolizioni dei bombardamenti, su altre demolizioni magari civili. Ma quella sotto è una città che fu. Una enorme tomba? Magari una piramide, che è poi uno smisurato monumento funebre.
Sotto di me, per decine di metri, le case, i tetti, le pareti, gli androni, i cortili, i ballatoi delle case di ringhiera, i grassi balconi delle case borghesi. E i suoni, i racconti, gli odori e i profumi. Le storie, le chiacchiere, risa e pianti, sorrisi anche furtivi e baci e, sfumato, tutto il resto come nelle pudiche pellicole ante guerra.
La guerra. Quella a San Siro? Quella a Milano (pare che il virus abbia fatto più vittime). Intorno a me, il QT8, quartiere modello voluto subito, dal ’45 in poi perché i milanesi non stanno lì a piangere più di tanto, grazie al talento di Paolo Bottoni, l’architetto urbanista suo progettista, che trasformò macerie accumulate in una vera montagna.
La sera, dopo, a casa nel togliermi le scarpe da mtb scopro quel poco di sabbia che vi è entrata. Le case dei milanesi sono venute con me, mi hanno fatto compagnia per il resto del viaggio. Reliquie minimali, polvere di storie, memorie e testimonianze per ridestare il presente?
Sperèm!
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Che dire… è come un gran bel film, ogni volta scopri qualcosa di nuovo, qualcosa che non hai notato la volta prima.
Giorgio mi ha ricordato da dove arriva il Monte Stella, non ci avevo mai riflettuto… questo è il bello di Outskirts.
Max