Dopo i vari test, e le ore passate ad osservare le immagini satellitari per scovare passaggi inediti, la traccia di quello che dovrebbe essere il percorso definitivo è pronta. Serve solo una verifica integrale e poi si potrà finalmente proclamare al Mondo che il prossimo 4 dicembre si disputerà la prima edizione della GravelBrianzalandia, quella che passerà alla storia come la Gravel del Degrado.
In sintesi 120 km con 1.500 metri di dislivello, decine di siti archeologici industriali della Brianza che non c’è più, discariche abusive della peggior specie e le immancabili signorine in attesa di adescare gli sfortunati viandanti…. Tutto questo sarà GravelBrianzalandia… almeno spero.
In sella alla ormai inseparabile Alfa Mia parto all’avventura.
Il tratto da Cusano ad Alserio è ormai un classico per me, giusto un passaggio dopo Agliate andrebbe modificato per evitare 300 metri di statale che ti espongono ad un traffico arrogante e poco rispettoso del ciclista. Mi impongo un passo tranquillo, la strada è lunga e visto che il tratto inedito è notevole, ci sarà occasione di fare chilometri in più per recuperare la strada di casa. Anche se ha piovuto nei giorni scorsi, il terreno è pressoché asciutto e compatto, sono poche le pozzanghere ed ancora meno i tratti di vero fango.
A Monguzzo sosta al Bar Sport, titolato, a loro insaputa, come primo ristoro della Gravel di dicembre.
Strappetto per recuperare la chiesa del paese e poi giù di nuovo sullo sterrato per raggiungere la riva del lago di Alserio. Castagne ovunque, riempio le tasche e rilancio, oggi sono una roccia!
Dal paese di Alserio un tratto di asfalto per attraversare prima Parzano e poi Saruggia dove, appena fuori le porta, si mostra fiero di sé il rilievo di Montorfano, collina di origine morenica che deve il suo nome proprio alla sua strana posizione, lontano dalle altre cime prealpine.
Raggiunto il lago ai suoi piedi, realizzo che la vera sfida inizia qui. La traccia da qui a Lentate è stata disegnata seguendo vie indicate da altri bikers, non ho assolutamente idea di quello che mi aspetterà, se sarà pedalabile o dovrò fare del trekking con bici in spalla… poche chiacchiere, prima mi butto, prima saprò di cosa morire.
Senza entrare nel dettaglio i successivi 40 chilometri sono sostanzialmente l’essenza della Demenza.
Più di una volta mi sono trovato a sfondare pareti di vegetazione per poter proseguire per quella che reputavo la direzione giusta, boschi verticali seguiti da trincee scavate da ruscelli che fortunatamente per me in questo periodo sono ancora in letargo. Fuga da cani incazzati che hanno eseguito alla lettera gli ordini dei loro padroni respingendo, a morsi, chiunque, anche loro malgrado, avesse solcato al sacra terra di famiglia. Scivoloni da principiante su fanghiglia, passaggi abusivi attraverso cantieri abbandonati, e molto, molto altro…
Questi quaranta chilometri mi sono costati una decina di escoriazioni, quattro tatuaggi di canini canini e 4 ore abbondanti della mia vita… alla vista del cartello “Comune di Lentate sul Seveso” ho quasi pianto, la fine di un incubo, ho pensato.
Sosta per un meritato caffè e poi di nuovo in sella per l’ultimo tratto, l’intero Parco delle Groane dal confine nord sino alla stazione di Garbagnate Milanese, dove avrei agganciato il Canale Villoresi per recuperare prima Nova e poi Cusano.
Alle 18:15 sono davanti il cancello di casa, 130 chilometri, 1500 mds, 10 ore trascorse di cui otto scarse in movimento. Gran bella mazzata, ma sono soddisfatto, nessuna crisi, gambe che sino all’ultimo hanno girato come un orologio e soprattutto una forza mentale inaspettata. Sabato, se tutto andrà come deve, sarò a Bologna ospite dell’amico Giuseppe Misurelli, ideatore de “La Gran Cartola“, 120 km con 3000 mds tutti intorno alla Sua città, una Muretti Madness sotto la Torre degli Asinelli.
“Ti spiezzo in due Cartola”
Bella gimkana!