Appuntamento con le Stelle cadenti di San Lorenzo. È vero, la notte giusta sarebbe stata il 10, ma i ben informati, non sappiamo da chi, hanno evidenziato come “momento magico” la notte tra il 12 e 13, noi, con i nostri potenti mezzi, decidiamo di uscire nella notte tra il 14 ed il 15, fuori dal coro, anche per non fare torto a nessuno.
La meta è scontata, l’osservatorio in cima alla Colma di Sormano, il percorso è poco attraente, diretti su Erba per poi risalire il Segrino e la Colma dal versante di Canzo. Si potrebbe pensare di morire sul Muro di Sormano, giusto per tirarci una mazzata, ma questo sarà deciso strada facendo.
Nella notte prima di Ferragosto è quasi scontato che possa ritrovarmi sa solo, invece un caro amico si presenta al ritrovo sul sagrato del Santuario di Cusano. Si tratta di Stefano, compagno della mia sfortunata RandoRiver 2014 ma soprattutto senatore ad honorem del movimento randagio italiano. Il cielo è tutt’altro che sereno, grossi nuvoloni e brevi piovaschi stanno rinfrescando la calura agostana, non hanno una potenza tale da farci cambiare idea, non lo avremmo comunque fatto, al massimo se la pioggia si trasformerà in grandine, ci ripareremo sotto una tettoia aspettando che smetta, stasera non è importante dove si va, ci basta stare in sella e far girare le gambe, nient’altro…
Io arrivo con un giro del lago interno sciroppato domenica scorsa, Stefano da qualche uscita in più grazie al fatto che in questi giorni si ritrova a vivere da single, con famiglia in vacanza, ma gatto a carico.
Italici saluti, qualche battuta sui randagi al via dell’Evento Parigi-Brest-Parigi, ma poi partiamo verso nord sulla vecchia valassina. Nemmeno un chilometro e mi ritrovo la fascetta che sostiene il deragliatore crepata sul punto di maggiore sforzo, la soluzione è lasciare fissa la trasmissione sul 34 evitando di causare ulteriori danni, al massimo mulinerò di più con le gambe, altro non accadrà. Avanti qualche chilometro tocca a Stefano fermarsi per foratura. Il momento coincide con uno degli scrosci più insistenti, ma visto che siamo fermi sotto la tettoia di un benzinaio per sostituire la camera d’aria, evitiamo alla grande di bagnarci. La fortuna è con noi! Daje!
Il ritmo non è forsennato, appena prima di Inverigo ci fermiamo per un cafferino, unico bar aperto dopo 20k di strada. Qualche minuto dopo la mezza delle otto siamo ad Erba. Si sale verso il Segrino con calma, con qualche dolore di troppo alla schiena Stefano non riesce a spingere come vorrebbe, gli propongo quindi di cambiare itinerario, lui rilancia offrendo il Ghisallo anziché l’Osservatorio come GPM della serata, salita più corta, e meta più prestigiosa… e Ghisallo sia! appuntamenti non ne abbiamo, nessuno ci aspetta sulla strada, quindi siamo liberi di andare dove vogliamo, libertà assoluta!
Dopo il lungo curvone a monte di Asso, appena fuori dalla galleria, siamo piacevolmente accolti da un cielo sempre più libero da nuvole e sempre più ricco di stelle, se siamo fortunati riusciremo anche a catturare una stella cadente per esprimere il nostro desiderio… chi lo avrebbe mai detto solo un’ora prima?!
Raggiunta la spiana di Barni facciamo una breve sosta alla Fonte San Luigi, sul fianco del drittone che ci porterà a Magreglio, alla chiesetta del Ghisallo. A questo punto della salita la schiena di Stefano grida vendetta, un ciclista normale avrebbe desistito ben prima, ma un randagio Doc, come è Stefano, prende a due mani il manubrio, e senza pensarci troppo affronta questi ultimi metri per raggiungere il GPM, della schiena se ne riparlerà poi, a giro finito!
Questa determinazione ti esplode dentro frequentando malsani ambienti pieni di ciclisti che non sanno fare altro che avanzare, conquistando Brevetti a volte incredibili, per lo più impensabili a normali pedalatori della domenica… parliamo di 400, 600, 1200 sino ai 1600 chilometri e oltre delle sfide più estreme, per forza di cose il carattere e la determinazione sono fondamentali, anche solo per partire. Come ho già detto: “se ti mollano le gambe, torni a casa, se ti abbandona la testa, sei fregato!”
Raggiungiamo così il piccolo Sagrato della Chiesetta dedicata al ciclista, Fausto e Gino sono sempre lì a guardia di questo scrigno ricco di gioielli e storia delle due ruote. La temperatura non supera i 15 gradi, aver portato maglia lunga in merino e antivento non è stata affatto una brutta idea, anzi… Il cielo è totalmente dedito alle stelle, proviamo a cercare qualche cadente, ma l’idea di infilarci nell’unico Bar aperto per un meritato The caldo, ci distrae dalla caccia a favore del meritato ristoro.
Il rientro verso casa è in totale relax, superiamo gli ultimi strappi senza esagerare, la schiena di Stefano è ancora in attesa di ricevere attenzioni, non dimentichiamolo…
Qualche minuto dopo la mezzanotte siamo nello stesso punto da dove siamo partiti, il Sagrato del Santuario della Madonna della Cintura, 100k e 850 mds, con nuvole, qualche goccia, stelle e strada, quella non deve mai mancare.
Ringrazio Stefano per aver risposto all’appello e per essere stato il mio compagno d’avventura, ringrazio la serata, che è stata magnanima con questi due randagi, e ringrazio come al solito la mia banda per avermi ancora una volta concesso il lascia passare per pedalare in questa notte di piena estate.
Prima di mettermi a letto aspetto di ricevere da Stefano la conferma di essere rientrato a casa sano e salvo. Tra qualche ora il tradizionale ferragosto dedicato al più classico dei picnic, mentre per domenica una uscita lampo con la Gravel al Parco Nord per recuperare piano piano nel giusto assetto in previsione della “RandoRiver” del 30 Agosto, ma soprattutto per la “El Santo Gravel” di metà Settembre a Bassano del Grappa e la “To.Pa. Gravel Race” del 10 Ottobre ad Opera. Speriamo di portarle a casa tutte e tre, poi mi dedicherò alla stagione invernale ancora tutta da disegnare. Per ora iniziamo a lavare la bici va…