Team Gravel al completo, io Franco e Giovanni, siamo carichi al punto giusto per affrontare questo affascinante percorso tracciato da Daniele del Veloclub Sestese, una Gravel che ha tutto il fascino di una sfida di spessore per tre appassionati della ghiaia non ossessionati né dal tempo, né dalle classifiche. Forse anche per questo che abbiamo deciso di percorrerla per conto nostro, in un giorno qualunque della settimana, lontani dall’ufficialità della gara del prossimo giugno, tante soste, tante foto, e pause ristoro anche seduti ad un tavolo di Trattoria, perché no?!
L’appuntamento è nella piazza di Sesto Calende, partenza ed arrivo del tracciato. Prima però di iniziare a pedalare, entriamo nel Bar Roma per un caffè e per chiedere informazioni sul Veloclub. Scopriamo che proprio Daniele, l’organizzatore delle Gravel, gestisce un negozio di ottica proprio lì a fianco. Pochi istanti ed appena ci vede capisce al volo chi siamo e quali sono le nostre intenzioni, la sua espressione è lo specchio di quello che in quel momento gli sta’ passando per la mente… Perché non siete venuti di Lunedì, il mio giorno di chiusura!
– Ciao Daniele! mi chiamo Massimo ed in compagnia dei miei soci d’avventura, vorremmo ricalcare questa Gravel che hai disegnato sulle sponde del Ticino.
Confermata la sua sensazione, reagisce con un mix di orgoglio, incontrare dei fan della sua Gravel, ed invidia, non potendosi aggregare al nostro gruppo. Rassegnato ci regala preziosi consigli su alcuni passaggi critici, rassicurandoci comunque che con la traccia GPS e Roadbook, presenti entrambi sulle nostre bici, è quasi impossibile perdersi sul tracciato da lui ideato.
Bene… è ora di andare! Salutiamo Daniele, con la promessa di rivederci al nostro rientro, e partiamo seguendo i primi appunti riportati sul Roadbook. Abbiamo tutto quello che serve, ora si pedala, null’altro.
Il percorso nella prima fase prevede di circumpedalare il Lago di Comabbio, scollinare il GPM del Cuirone, e ritornare nell’abitato di Sesto. La seconda parte ci porterà da Sesto Calende giù sino a Turbigo, rimanendo la maggior parte del tempo a fianco del Grande Fiume o sulle sponde dei canali Villoresi e Naviglio Grande. Terzo ed ultimo tratto da Turbigo il rientro verso Sesto percorrendo però il lato occidentale del Fiume, la sponda piemontese. Un totale di 110k scarsi con quasi 1000mds, non male!
Usciamo quasi subito dal traffico del mattino risalendo la strada che ci porta prima a Mercallo e poi a Comabbio, sul lato ovest del lago. Da qui ci si infila sulla ciclabile che costeggia il lago sino a superare l’abitato di Varano Borghi. Sono quindici chilometri di piacevoli sali/scendi, con asfalto ma anche tratti di sterrato che aiutano a prendere confidenza con la bici. L’unico passaggio delicato, segnalato anche dal roadbook, è la passarella in legno sul lago, sono 200 metri molto suggestivi ma se affrontati in giornate piovose o con il fondo bagnato, potrebbero trasformare una piacevole gita in una brutta esperienza al Pronto Soccorso. Fortunatamente oggi il passaggio è completamente asciutto, quindi un non problema per noi.
Una volta chiuso il giro del lago, sostiamo un paio di minuti per aggiornarci con il Roadbook, siamo ai piedi di quello che viene chiamata la “Cima coppi della Gravel” … iniziano i c…zi..
Non è corretto in questi casi considerarla alla stregua delle salite su asfalto, qui le cose sono leggermente differenti, soprattutto per le gambe! Nel dettaglio ci troviamo davanti ad una salita di un paio di chilometri con pendenze massime del 5-6%. Se non fosse per il fondo, verrebbe paragonata a qualcosa di più che un cavalcavia… ma è proprio il fondo a fare la differenza… ciottolato, ghiaia, solchi sul piano stradale, obbligano continuamente a cambiare traiettoria ed a spingere di più rispetto all’asfalto. Tradotto in soldoni, si potrebbe dire che una pari affrontata con il corsa su manto asfaltato si attesterebbe tra il 7 e 8% con lunghezza anche superiore a questa… giusto per avere dei termini di paragone.
Lo stesso discorso andrebbe fatto per i tratti in pianura, su asfalto senza pedalare si avanza comunque, in gravel no, se smetti di pedalare, o meglio di ruzzare, ti fermi, punto!
Pur con tutte queste premesse la salita bisogna affrontarla, quindi mettiamo da parte le pippe mentali ed iniziamo a pedalare, senza troppe scuse…. Ognuno per la sua strada, ognuno col suo ritmo, recuperiamo finalmente il GPM, e come impone il Roadbook, facciamo la foto per certificarne il passaggio, nel più classico dei regolamenti Randonnée anche se siamo in Gravel.
Due battute e riprendiamo subito la via per ridiscendere su Sesto raggiungendo così la ciclabile sul fianco del Ticino. Come descritto prima, qui parte il secondo tratto, quello che ci porterà sino a Turbigo. I primi chilometri sono degli interminabili drittoni su asfalto che mettono a dura prova più la tenuta mentale che le gambe…. Speriamo che finiscano presto…
Dieci chilometri di purgatorio per poi essere premiati da una delle più belle viste che questa Gravel regala ai suoi seguaci. Davanti a noi si presenta una grossa diga con enormi chiuse che sanciscono la nascita di due grandi canali artificiali lombardi, il Canale Villoresi ed il Naviglio Grande. Il primo è già stato nostro compagno di viaggio nelle trasferte da Muggiò sino al fiume Adda, mentre il secondo è storicamente legato al comune di Tornavento come luogo da dove riceve le acque dal Ticino, ma che a mio modo di vedere, analizzando anche la carta geografica, è da queste chiuse che nasce veramente il Canale, anche se per altri sette chilometri rimane affiancato al Ticino sino alla deviazione definitiva verso la città di Milano.
A parte queste interpretazioni personali su dove e come nascono i canali, non c’è alcun dubbio invece che queste chiuse sono anche il punto di partenza del tratto in assoluto più spettacolare di questa Gravel. Grazie alla conformazione dei canali artificiali, ci troviamo a pedalare su una piccola striscia di terra emersa tra le grandi correnti d’acqua che su entrambi i lati ci accompagnano per diversi chilometri. È un passaggio mistico, che ripaga, almeno a me, della fatica fatta sino ad ora, e che mi ricarica di entusiasmo per spingere e soffrire per il resto del giro, anche quando non sarà più al nostro fianco.
Come da tradizione, non passa molto e la prima foratura arriva puntuale, questa volta tocca a Franco. Nella pausa per il cambio di budello, decidiamo di fissare come punto ristoro Turbigo, un meritato break a metà dell’opera.
Gonfiata la gomma, e rimontata la ruota sulla bici, risaliamo in sella, pedalando questi ultimi chilometri prima di Turbigo in totale relax, la traccia è facile, bisogna rimanere costantemente a fianco del Fiume su strada bianca con ampi spazi ed assenza totale di passaggi tecnici, l’ideale per godersi un po’ più il paesaggio che ci circonda.
All’una scarsa arriviamo al secondo punto di controllo che il Roadbook richiede come certificazione del passaggio, il ponte in cemento bianco di Turbigo. Prima però di fare le foto, ci mettiamo alla caccia di un posto dove magiare qualcosa, anche di caldo, perché no. L’idea di fermarsi ad un bar per sfamarsi con barrette, snack o merendine non viene nemmeno presa in considerazione, oggi ci meritiamo una trattoria, e magari anche un buon bicchiere di vino.
La ricerca dura qualche minuto, fino a quando incontriamo un passante che ci indica dove mangiar bene spendendo poco, all’Hosteria dei Cavalieri, qualche centinaio di metri avanti noi. Lasciamo le biciclette nel cortile interno e ci sediamo al tavolo per una bella mangiata. Il menù parla chiaro, e noi non ci tiriamo indietro, Tonnarelli Cacio e Pepe accompagnati da birra e vino rosso, crepi l’avarizia!
La proprietaria del ristorante capisce che siamo carenti di carboidrati, porzioni abbondanti di spaghetti, un buon calice di vino e dell’ottima musica di Gianni Morandi dei tempi d’oro, sono il massimo che si può desiderare in una giornata come questa. Chiudiamo il pranzo con il dolce e caffè, giusto per non lasciar nulla al caso.
Il tempo passa e dopo aver pagato e salutato i gestori ci accorgiamo che forse è il caso di spingere sull’acceleratore per evitare di arrivare a Sesto dopo l’imbrunire… fortuna che avevamo ipotizzato massimo cinque ore all-in per chiudere questa Gravel!
Recuperiamo il ponte bianco, foto come richiesto, riprendiamo a seguire la traccia del GPS. Questa terza parte si sviluppa tutta sul lato piemontese, su strade sterrate immerse nel sottobosco del parco del Ticino, spesso a vista del fiume, a volte più vicine ai campi coltivati che delimitano questa striscia di terra ancora salva della cementificazione selvaggia … speriamo che rimanga così ancora per parecchio tempo…
Siamo a meno 45k al traguardo, le gambe cominciano a farsi sentire e la digestione non ci da certo una mano per ottimizzare le energie nella pedalata… ma vuoi mettere?!? Si aspetta che passi e poi ricominceremo a spingere seriamente sui pedali, che problema c’è?! nel frattempo, ad andatura turistica, guardiamoci in giro…
Pit-stop ad un chiosco affacciato sul Ticino, riprendiamo la strada per recuperare il penultimo punto di controllo del brevetto Gravel, controllo che consiste in un’autoscatto in prossimità di un ponte su un canale artificiale che passa a nord del comune di Oleggio. In memoria della nostra pedalata sul letto del Villoresi nel novembre scorso, Giovanni si infila nel canale pedalandoci da vero Eroe! Attenzione che il fondo è viscido, poi ti cappotti e ti bagni come un pirlone!! Nulla accade fortunatamente per Lui…
Ripresa la retta via, abbiamo davanti ancora l’ultima asperità prima di poter cantare vittoria a Sesto Calende, una salita breve ma cattiva, soprattutto a quest’ora del giorno (e dei km). Senza alcuna remora per lo stile, superiamo questo ultimo ostacolo e ci lasciamo andare, ormai appagati, negli ultimi chilometri sulla ciclabile asfaltata al fianco del Ticino. Ultima foto di controllo e possiamo attraversare il ponte di ferro che ci porta fin dentro la Città dove finalmente tagliamo il traguardo nella piazzetta di via Roma.
Un totale di 110k, quasi 1000msd, 5 ore e mezza pedalate e forse troppe nel complesso, ma questo è quello che ci piace, Gravel di Sesto Calende battezzata e brevettata!
Ad attenderci troviamo Daniele, a cui facciamo subito i complimenti per il tracciato, per la precisione del RoadBook, e per aver messo a disposizione degli appassionati un bel prodotto chiamato “GravelRace di Sesto Calende”.
Sono quasi le sei del pomeriggio, fortuna che per le tre e mezza tutto doveva finire…. Carichiamo in auto le bici, ci salutiamo e ci diamo appuntamento alla prossima, non sarà una Gravel, ma sarà una miniRando per le strade del Ticino… Cantone!
Secondo te fattibile con la bdc? Magari in acciaio con ruote tradizionali? 😉
Ciao Fabio, direi di si… 32 fori con 28 di tubolari e sei a cavallo! segnatela sul calendario, dovrebbe essere il 28 giugno la prossima… portati Autan a kili
Thanks!
Per prima cosa mi scuso, Max. Ho ricevuto il tuo invito tramite Strava ma non sapendo bene come usarlo alla fine non ti ho nemmeno risposto…
Il periodo é lavorativamente parlando – poi il resto – impegnativo.
Complimenti.
Quest’ anno per me credo solo cose locali – rando comprese – .
L’importante è PEDALARE! Daje
quella foto nel canale è strepitosa!!!!!!!
Pulizer! 😉
se prosegui nelle letture, troverai altre foto nei canali…. (Villoresi)
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