L’ho già detto più di una volta, ma a volte un giro pensato all’ultimo momento risulta essere più bello di alcuni programmati da giorni se non da settimane.
In programma avevamo, io e Giovanni, la GravelRace di Sesto Calende – edizione invernale, che ricalcava il tracciato ideato dai ragazzi del VeloClubSesto, pista sterrata che collega Sesto Calende a Turbigo e Turbigo a Sesto Calende, seguendo ghiaioni e mulattiere sul fianco del Ticino, poco asfalto ma tanta terra, come una Gravel impone.
Per un impegno dell’ultimo momento però abbiamo dovuto ripiegare, anche se il termine non è del tutto corretto, in un’uscita che si chiudesse prima delle 14:00.
Dopo un veloce scambio di opinioni con Giovanni, ho accettato più che volentieri di essere ospite pedalante sulle strade vicino a casa Sua, sulle strade del Cantone Ticino.
Ci diamo appuntamento per le 7:30 a Mendrisio, si lascerà l’auto fuori il centro abitato e si inizierà a pedalare nelle Sue zone. A dir la verità mi aveva descritto a grandi linee il percorso che voleva fare, ma trattandosi di strade del tutto nuove per me, poco importava entrare nel dettaglio del tracciato.
Ci troviamo al punto di partenza, prepariamo le bici, ci beviamo un caffè, e partiamo subito per raggiungere la prima salita.
Attraversando Mendrisio puntiamo in direzione Castel San Pietro. L’idea di Giovanni è circumnavigare il Monte Generoso, espatriando in terra Italica attraverso un piccolo sentiero che collega Scudellate, ultimo avamposto svizzero, con Erbonne, primo avamposto italiano. Oggi si farà del Trekking… figo!
La salita che si presenta davanti alle nostre ruote è poco impegnativa, non supera mai il 5-6% di pendenza. Questo facilita molto il nostro sforzo, lasciandoci la possibilità di godere del panorama e scambiare due parole tra soci di cordata. Continui falsipiani intervallati da brevi salite sono il motivo costante della salita sino ai piedi di Scudellate dove, per raggiungere il Borgo di confine, bisognerà affrontare gli ultimi 3k con pendenze assai più importanti. Ultimi metri dopo aver pedalato sui 16 chilometri di salita da Mendrisio.
Qui entriamo in un piccolo ma carino Bar per bere qualcosa, sono seduti due uomini, una donna, ed il gestore dietro al banco. Vedendo il nostro abbigliamento sono curiosi di sapere da dove arriviamo, e una volta soddisfatta la loro curiosità, si apre una piacevole discussione sugli aiuti che certi ciclisti adoperano per superare i limiti che Madre Natura gli ha imposto… non credo che l’argomento sia partito perché abbiano visto in noi ciclisti dopati, credo piuttosto che l’argomento era pronto da tempo, ma serviva un buon motivo per aprirlo… mi chiedo cosa sarebbe successo se invece di due pisquani come noi, si fosse fermata una banda di motociscisti tutto cuoio e cromatura…. quale mai sarebbe stato l’argomento davanti ai Bikers?!
A parte gli scherzi, salutiamo la compagnia e ci dirigiamo verso lo sconfinamento in perfetto stile spallone, verso l’Italia. Sono 400mt di sentiero che collega questo simpatico Borgo svizzero all’abitato di Erbonne in terra italiana.
Per i primi metri riusciamo anche a stare in sella, ma poi siamo costretti a portarci la bici in spalla per evitare di volare giù dal costone…. era meglio indossare scarpe da MTB piuttosto che Sidi con attacco Look, ma a quel punto non sarebbe stato divertente uguale!
Col passo goffo di due Orsi zoppi, riusciamo bene o male a raggiungere il ponticello che delimita il Confine di Stato, niente dogane, niente controlli, il solo ponticello come passaggio tra i due Stati.
Recuperato l’amato asfalto, vale per oggi, si risale in bici e si recupera il cuore della Valle d’Intelvi, San Fedele. Qui risaliamo in parte la valle per puntare poi alla seconda salita di giornata, Sighignola, conosciuta anche come il Balcone d’Italia per la sua posizione dominante sull’intera valle del Lago di Lugano. La salita parte dal comune di Lanzo d’Intelvi, sono 6k con pendenze mai impossibili, gli interminabili rettilinei la rendono ostica più alla mente che alle gambe. Saliamo senza fretta, ogni tanto ci fermiamo a fare qualche foto, e quasi senza accorgercene raggiungiamo il terrapieno che sancisce il GPM della Sighignola. Peccato per il tempo, se solo fossimo saliti 24 ore prima… poco possiamo fare e con una luce che non aiuta la fotografia, immortaliamo con qualche scatto la nostra conquista.
Ora ci attende la lunga discesa prima verso Arogno e poi su Mendrisio. Giovanni scende a razzo, abituato a pedalare con MTB e Gravel su strade anche più rovinate, io invece devo litigare con questi freni che ancora una volta mi lasciano perplesso… monto dei Campagnolo Skeleton Record, il top di gamma ancora oggi, ma ogni volta che affronto discese che pretendono frenate decise, ho la sensazione di avere a disposizioni dei freni ad archetto Universal degli anni ’70… la frenata è “gommosa” e più di una volta mi trovo quasi a fondo corsa con la convinzione che la pressione sulle leve venga dissipata o dalle guaine o dalla deformazione dei leveraggi degli Skeleton. E’ forse il caso di confrontarmi con l’amico fidato Gianni per capire meglio dove sia il difetto.
Superata senza rischio l’ennesima serie di curve, recuperiamo la via per ridiscendere il Valico della Val Mara. Questo valico fu teatro nella primavera scorsa della splendida Randonnée dello Spallone pedalata in compagnia di Franco, allora affrontata in salita, oggi, fortunatamente, doppiata in discesa. Fortunatamente fino ad un certo punto, visto che arrivati sul “precipizio” dei malefici tornanti del valico, mi convinco immediatamente che incutono molta più paura ammirati dall’alto che temuti dal basso. Sono vere e proprie rampe, impiccate tra questi sei tornanti che non lasciano spazio a nulla, ne al respiro, ne all’errore. Visto il feeling con i freni, scendo il più cauto possibile, manca poco al fine giro, non vorrei mai…
Rientrati ufficialmente in terra svizzera, affrontiamo gli ultimi chilometri di discesa per recuperare la strada principale del fondovalle. Sprint tra Melano e Mendrisio, chiudiamo il giro con 65k e 1550 mds, non male!
Scesi da sella, si smontano le bici e si caricano in l’auto, ci salutiamo e con un caloroso abbraccio ringrazio l’amico d’avventura Giovanni. Si rientra verso casa soddisfatti per un bel giro in bicicletta in questo giorno uggioso di gennaio.
Ticino arrivederci, ti prometto che la prossima primavera sarò qui di nuovo a pedalare per le tue strade, non so ancora se sulle tracce della “Spallone” o su qualcos’altro …. vedremo cosa ci inventeremo.
Ciao Max – how are you. Please e-mail me to catch up.
Giro top Max, il sentierino è la ciliegina sulla torta 😉
Ciao Fabio, giá é proprio così… Anche se ora ho la bici che è più zozza del Caadx! Aspetto che piova…
Bel giro, belle foto, bella maglia!!
Soprattutto bella maglia… Anche le foto dai, quelle con la bella maglia sono di un pro della foto.
Infatti l’ ho scritto nel primo messaggio…
La tua segnalazione è stata preziosa! Ho visto qualcos’altro in rete stesso stile sempre inglese, ma dalle foto mi sembravano prodotti nella norma, nulla di chè. In settimana ho poi preso a saldo una giacca Gore in soft-shell da usare al posto dell’antivento, che mi faceva sudare lasciandomi poi la Torm umida quando lo levavo.. Con questodovrei aver risolto il fastidio. Il segreto è protezione e traspirazione, ed in questo la merino è Top! Bye Franz, buon ’15. Max
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