Le intenzioni c’erano tutte, la voglia di soffrire anche, l’unica incognita erano le gambe… dai primi di giugno ho cercato di aumentare sempre più la difficoltà nelle uscite incrementando metri di dislivello e ritmo di pedalata, tutto in funzione di un recupero completo della muscolatura della gamba destra e un innalzamento generale della condizione fisica.
L’idea di salire sulla colma dal versante di Sormano, ridiscendere ad Asso ed affrontare i due versanti del Ghisallo era la soluzione ideale per fare salita ed evitare traffico, mi dava anche la possibilità di modificare il percorso in corso d’opera se mi fossi accorto di non essere in grado di percorrerlo integralmente, cosa che poi è avvenuta …
Partito da casa alle 3:30, secondo i miei calcoli il giro completo con deviazione ai Piani Rancio risalendo da Bellagio avrebbe richiesto 8 ore abbondanti, alle 6:00 mi sarei dovuto trovare sulla Colma di Sormano, per le 7:00 alla chiesetta del Ghisallo per il primo passaggio, la discesa e risalita per il Super-Ghisallo avrebbe richiesto al massimo 1:30, infine il ritorno a casa altri 90 minuti, totale senza soste circa 8 ore.
A farmi compagnia Beppe (Giuseppe), appuntamento alla rotonda di Giussano per le 4:00 4:15.
Arrivando sul piazzale del benzinaio trovo già Beppe ad attendermi, si parte subito, oggi la temperatura non supera i 15 gradi e l’umidità si sente sin dentro le ossa, incredibile ma aver indossato i manicotti ed il foglio di giornale sotto la maglia è stata una grande idea, pur essendo il 3 agosto.
Si pedala senza fretta, oggi di salita ne dobbiamo affrontare parecchia, il cielo è sereno e per ora le gambe girano bene. Raggiungiamo Erba e risaliamo per il Segrino.
Appena passati il centro abitato di Canzo, Giuseppe si accorge che la sua ruota posteriore necessita, già da qualche tempo, di una revisione completa ai raggi. Dei 32 presenti solo una decina sono ancora tirati a dovere, gli altri stanno inesorabilmente abbandonando la presa ai nipples, perdendo tensione e lasciando il cerchio sempre più libero di ondeggiare. Senza tira-raggi Beppe decide di rientrare tristemente a casa, augurandosi di raggiungere casa senza grossi problemi. Io da parte mia lo saluto e riprendo la strada per salire sulla Colma.
Oggi si pedala su Cannondale Caad10, l’ultima pazzia che mi sono voluto regalare per provare il metallo che mi mancava, l’alluminio…. Che scusa idiota.
Evito di passare da Caglio, il ritmo nel raggiungere Erba e la sosta per la posteriore di Beppe hanno richiesto minuti preziosi, preferisco la strada diretta per recuperare tempo.
Non posso dire di sentirmi benissimo, le gambe per ora girano, la posizione in bici mi sembra corretta, ma la schiena accusa sempre più lo sforzo della salita. Subito penso che sia colpa del telaio rigido del CAAD rispetto al più confortevole titanio, ma non mi sembra di aver fatto chissà che strada e sforzi per subirne già le conseguenze…. E poi non mi reputo così preparato per poterlo affermare senza ombra di dubbio.
Sta di fatto che prima del primo grande tornante, preferisco fermarmi a fare dello stretching alla schiena sdraiandomi in mezzo alla strada, scaricando il più possibile la parte lombare. Bastano pochi minuti e riprendo subito a pedalare.
Il resto della salita scorre senza particolare difficoltà, evidentemente il fastidio alla schiena era in stand by già dal giorno prima e non causato dal nuovo telaio, forse il Caad lo ha solo risvegliato, non causato…
Raggiungo la cima, sono le 6:00 esatte, puntuale coma da tabella.
La temperatura è rigida per essere il 3 agosto, e l’umidità mi ammazza. Due foto, l’antivento e riscendo subito a valle, i guanti invernali potevano starci senza sfigurare…
A proposito, questo giro ho raggiunto il GPM prima che il Sole sorgesse, rivincita sulla sfida del 5 maggio di un anno fa.
Discesa a manetta, qui si che vado forte, arrivo al bivio per salire verso Barni, rabbocco di borraccia e si sale.
Terrazzoni e falsipiani sino alle porte di Barni, poi la rampa che porta alle porte di Magreglio. In queste occasioni bisogna essere onesti con se stessi, pensare di ridiscendere a Bellagio e risalire affrontando per di più la salita per i Piani Rancio nella condizione attuale avrebbe aggiunto solo sofferenza ed agonia eliminando il piacere della pedalata, meglio abortire il giro e ridimensionare le proprie ambizioni.
Saluto il Santuario, un ciao a Fausto e Gino, giro la bici e torno mestamente verso casa.
Colazione al Ponti di Canzo, come da tradizione, riprendo tranquillo il viaggio sulla strada del ritorno.
Incrocio Massimo, triatleta mio vicino di casa, sta salendo sulla Colma, ieri attraversata del lago di Endine, oggi Colma, complimenti! Ci scambiamo due parole e ci salutiamo quasi subito anche perché il tempo sta inesorabilmente cambiando… vuoi che non piova anche oggi?
Raggiungo Erba, direttissima verso casa, il cielo è sempre più scuro e le nuvole danno l’idea di essere cariche d’acqua… aspettate qualche minuto poi potete sfogarvi quanto volete….
Nulla da fare, ultimi 10 chilometri sotto un bel acquazzone, le strade in pochi minuti sono stracolme d’acqua ed io pedalo ormai fradicio ma contento in questo 3 agosto dai colori autunnali.
9:15 sono sotto casa, 117 km con 1450 mds in 5 ore scarse di effettiva marcia, non abbattuto per il taglio di percorso ma soddisfatto, il tris Colma e Twins Ghisallo può attendere…
Settimana prossima vediamo cosa mi inventerò, è probabile l’uscita con le ruote grasse.
L’ importante é stare bene e non é detto che modificare un giro sia un disonore. Ovviamente immagino che il Caad sia stata una buona occasione…?! Per me questa estate é ormai andata… Non ci spero più da un po’ … Fra non molto leggerai di una pedalata notturna anche da me…
Ciao, il caad è l’ho cercato come un cane da caccia, infatti sono arrivato a Catania per trovare quello che cercavo… spero di apprezzarlo col tempo.
per il tagli del giro, quest’anno gira così, l’importante è pedalare e scaricare la mente.. l’anno prossimo si vedrà.
attendo il tuo resoconto.
stammi bene
max
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