Non posso dire che sia una tradizione, ma un giro nel Cantone del Ticino almeno una volta l’anno è quasi una regola. Quest’anno il percorso è cambiato, non si arriva più a Lugano ma si devia prima verso Arogno. Il vecchio giro prevedeva, una volta arrivati a Lugano, di proseguire per il versante nord del lago sino a Porlezza, si pedalava nel fondo valle per raggiungere Menaggio sul Lago di Como, da qui si rientrava verso casa risalendo la “Volta” per Tavernerio.
Cambia il percorso, cambia il nome, “Randonnèe del Cantone” diventa “Rando dello Spallone”, in omaggio ai contrabbandieri che sconfinavano da una parte all’altra percorrendo sentieri e mulattiere sconosciute, forse, alla Forze dell’Ordine, valichi disseminati in queste valli di confine.
Il motivo principale del cambiamento di percorso però era omaggiare il nostro amico Giovanni. Da poco tempo è venuto a vivere in quest’angolo di Svizzera italiana, nel piccolo borgo di Arogno, lasciando senza troppi rimpianti la periferia di Zurigo, nella Svizzera tedesca.
Il percorso, rispetto a prima, si è incattivito inserendo questa deviazione per Arogno, la strada che porta al paese parte dal comune di Maroggia, sul lato sud-Est del lago di Lugano. E’ una salita di tutto rispetto, pendenze fin da subito tra i 9 ed il 10%, che mollano solo in brevi tratti prima di arrivare al paese di Giovanni. La parte più impegnativa arriva poi, dopo una vera e propria rampa, spiana per qualche metro sino ad arrivare alla Dogana svizzera, qui si presentano poi una serie di 7/8 tornanti che lasciano senza fiato, alcuni parlano di tratti al 16-24%, io ridimensionerei tra il 13-15 con punte al 18%, il tutto in circa 1 chilometro sino a raggiungere la Dogana Italiana, arrivo anche del GPM di valico.
Partenza
Appuntamento sotto casa per le 4:00 con l’obbiettivo di chiudere il giro prima di mezzogiorno.
Questi ultimi 10 giorni hanno portato temperature più che primaverili, ed anche se partiamo in piena notte, la scelta di alleggerire l’abbigliamento preferendo indumenti più leggeri ma a più strati, è stata la cosa migliore per evitare di prendere freddo o sudare inutilmente.
Io arrivo dalla mia ultima uscita feriale per le strade della Race Across #Brianzalandia, mentre Franco arriva dal brevetto sui 200km della RandoLario, entrambi abbiamo l’obbiettivo di presentaci alla partenza della Tre Valli Varesine Randonnèe del prossimo 6 Aprile, questa uscita sarà utile per incrementare il nostro fondo e per migliorare la preparazione in vista del “lungo” nel varesotto.
Cerchiamo subito un’andatura adeguata per quello che verrà affrontato, è inutile percorrere una prima parte “spumeggiante” ed una seconda sgasata, preferiamo volare bassi all’inizio e, se la gamba ce lo consentirà, chiudere sui massimi in vista di Cusano. Con questo spirito arriviamo a Como in meno di un’ora e 45 minuti, percorriamo il lungo lago e risaliamo in direzione Ponte Chiasso per espatriare in Svizzera. L’ultimo Bar nell’ultimo tratto di strada italiana sarà il nostro primo punto di ristoro.
Affrontata la breve salita per arrivare a Ponte Chiasso, riusciamo a trovare un Bar aperto a pochi metri dalla Dogana. Sono le 6:00 ed al bancone troviamo a farci compagnia un DJ che sorseggia il suo caffè corretto qualcosa, un paio di ragazzi che molto probabilmente da li a poco avrebbero iniziato il loro turno, un tipo un poco losco accompagnato da una signora in overdose di Botox, infine il Gestore del Bar che servendo caffè e cappuccini si degusta un meritato bianchino, e di tanto in tanto si asciuga la fronte dal sudore del duro lavoro…. Sudare alle 6:00 del mattino con il Bar appena aperto non è normale…. Ma questo me lo tengo per me.
Consumiamo un veloce caffè, non male, ed entriamo in #Switzerlandia.
Da subito notiamo: tranquillità, traffico assente, ordine, pulizia ed un “fracco” di concessionari di auto nuove ed usate!! Chissà perché… forse sono dei fanatici delle quattro ruote qui…. Forse …..
Questo solo su Chiasso, appena si esce in direzione Mendrisio il panorama, ed il bordo strada, ritornano ad essere ordinati, puliti e sulla strada compare una semplice ma molto intelligente striscia per delimitare la corsia dedicata ai ciclisti! Che figata!
L’Alba è già comparsa da qualche minuto, la luce intorno lascia intravedere scorci inediti di questo Cantone Svizzero, paesaggi che molto spesso non si vedono percorrendo sempre e solo l’autostrada e le lunghe gallerie, velocità e tunnel a discapito del bel vedere, purtroppo.
Ritornando alla cronaca del nostro viaggio, attraversiamo Mendrisio, pedalando a lato del grande snodo ferroviario, ancora qualche chilometro e raggiungeremo Maroggia, partenza della salita di oggi. All’imbocco della salita, sottopasso sotto la linea ferroviaria, come d’accordo invio un SMS al nostro amico Giovanni, per annunciargli il nostro imminente arrivo.
La salita parte subito cattiva, le pendenze sono ben sopra il 7% senza grossi spazi di rifiato, si snoda tra rettilinei e tornanti, portandoci sempre più dentro in questa valle ai piedi del Monte Generoso.
Ancora una volta devo mettere in evidenza la pace che regna in questi luoghi, non è causa l’orario in cui stiamo pedalando, ormai sono le sette del mattino, ma più probabilmente è il diverso modo di vivere la vita rispetto a noi frenetici Lombardi del “dai caz..o che ho fretta!”. Più di una persona, compreso Giovanni, hanno preferito scegliere di vivere in piccoli paesi lontani dal caos dei grandi centri urbani, a volte difficilmente raggiungibili, per poter apprezzare altri valori come vivere in una grande famiglia allargata, dove ci si conosce tutti e ci si aiuta quando necessario, dove si da il benvenuto ai nuovi abitanti del Borgo e dove non si ha alcun problema a lasciare i figli liberi di giocare per le vie del Paese, perché sicuri che i nostri compaesani collaboreranno con noi per tenere i nostri figli lontano dai guai. Tutto questo perché è Svizzera!? Non credo, tutto questo perché è giusto.
Chiusa la partentesi filosofica, la salita è comunque davanti a noi, e bisogna spingere sui pedali prima di arrivare ad Arogno. Il cartello lo si incontra a circa 5km da quando abbiamo lasciato Maroggia. Come si intuisce dalla presentazione che ho fatto prima, questo primo tratto non deve essere preso sottogamba, è vero che noi abbiamo la scusa di fermarci per il ristoro a casa di Giovanni, ma credo che se fosse affrontata tutta d’un fiato, metterebbe in crisi non pochi pedalatori, soprattutto i più istintivi.
Arriviamo ad Arogno e Giovanni con il più piccolo dei suoi tre figli è sul ciglio della strada ad attenderci. Ci accompagna per i vicoli del Paese e, anche se è domenica mattina ed ancora tutti dormono, ci inviata ad entrare a casa sua per un buon caffè ed una fetta di strudel calda! Sei un grade Gio!
Il bimbo ci guarda perplesso, non tanto perché non ci conosce, ma forse perché si sta chiedendo che cosa ci fanno due tipi così in casa sua alle 7 e mezzo del mattino. Un paio di battute, il classico gioco di prestigio nel rubagli il nasino, e tutto è risolto, diventiamo subito amici.
Sostiamo il giusto per non raffreddarci troppo, salutiamo Giovanni ed il figlio Daniel, e ripartiamo per affrontare il tratto di salita più duro che ci riporterà in Terra Italica.
Un paio di vere e proprie rampe ci portano fuori dal paese raggiungendo così la Dogana di parte Svizzera, chiusa ancora o forse chiusa per sempre.
Subito dopo uno spettacolo ai nostri occhi, una parete con appesi una serie di 7 tornanti separati l’uno dall’altro da brevissimi rettilinei.
Spettacolo per gli occhi ma meno per le gambe…. Il dislivello tra i primo e l’ultimo dei tornati è micidiale, le pendenze, a naso, sono abbondantemente sopra il 15% e forse in alcuni punti sull’interno tornate arriviamo ben oltre il 20%. Fortunatamente il tratto è lungo poco più di un chilometro, ma vi assicuro che una volta superato questa parete, le gambe pretendono un attimo di riposo, riposo che arriva una volta raggiunta la dogana di parte Italiana, al GPM.
Bello, bella la prima parte, bello il paese di Giovanni, belli i micidiali tornanti, bella la gola che sul fianco della strada ci ha fatto compagnia con il piccolo torrente che scorre verso valle.
Siamo tornati in Italia, e siamo nel punto più ad Ovest della Valle d’Intelvi. Si pedala in direzione San Fedele d’Intelvi per poi ridiscendere sul lago di Como. La strada è dissestata sul primo tratto, poi diventa una piacevole via verso San Fedele con scorci sul lago di Lugano.
A proposito, una terza versione della Randonnèe del Cantone potrebbe coprire ancora la strada su Lugano, ma una volta raggiunta Porlezza si potrebbe deviare verso Osteno e poi risalire dal versante nord sempre su San Fedele d’Intelvi… vedremo… anche se parlando con Giovanni si pensava di inserire una di quelle salite presenti in zona Lugano, protagoniste del mitico Mondiale su Strada vinto da Fausto Coppi (Agosto 1953). Oppure celebrare anche il Mondiale di Mendrisio del grande Eddy (1971)!
Torniamo tra noi mortali. Discesa su Argegno, bellissima e velocissima, il traffico inizia a darci fastidio, per noi nottambuli solitari è un fastidio che dobbiamo sopportare. Pausa Caffè in Paese e fortunatamente siamo spettatori di uno scampato tamponamento a catena di corridori puri e duri abituati a trasformare la SS Regina in percorso da prova in linea. Un automobilista, fermandosi per far attraversare un pedone sulle strisce, ha rischiato di ricevere visita, attraverso il baule, di almeno 4 corridori su 20 che ne arrivavano a manetta dalla discesa alle porte del paese, solo grazie al fatto che l’auto sia ripartita un attimo prima, ha evitato un grosso guaio agli ennesimi deficienti che invadono le strade aperte al traffico con la loro arroganza e convinzione che tutto sia loro, e gli altri siano d’intralcio….pseudo corridori che rovinano la già poco apprezzata reputazione dei ciclisti domenicali. Idioti…
Il tratto tra Argegno e Como non è dei più belli della zona, purtroppo finché non deviamo sulle secondarie del lungo lago, siamo in balia del traffico auto/moto, e aggiungo deficienti, come detto prima. Anche il vento ci gioca contro, a questo punto del nostro giro ci poteva fare il favore di soffiare altrove o al massimo spingerci per rientrare prima a casa… vabbè, soffriamo e pedaliamo.
Passiamo a fianco di Villa Oleandra, sembra ormai disabitata, e con tutta calma arriviamo a Como.
Risaliamo per la statale, evitando la “Volta”, e deviamo per Montorfano in direzione Alzate Brianza. Il Koppemberg al 2% di #Brianzalandia e siamo ormai alle porte di Giussano. Le gambe iniziano a farsi sentire, ma grazie alle uscite fatte sino ad ora, ci spingono senza troppi problemi sino a casa ad una andatura di tutto rispetto. Raggiungiamo un piccolo gruppo, e con immenso piacere ci troviamo mio Zio Eugenio, 85 anni e un mese, ancora lì a tirare come un puledro il gruppo dei sui fedelissimi amici di bicicletta.
– È tutta colpa Tua se sono in queste condizioni! Tu ci hai passato la dose di questa fottuta passione per la bici, e adesso guarda come siamo conciati! Grazie Zio!
Gli ultimi 5 chilometri sono una passerella, dietro a noi nel frattempo si sono agganciati altri ciclisti, che importa, perché sprecare energia inutilmente, se qualcuno ne può sfruttare “ciucciando” la mia ruota, ben venga! La cosa mi fa solo che piacere.
Cusano ci siamo!
Il Polar mi dice 147 km, 1650 msd, 4300 Kcal, 6:20 tempo effettivo, 8:00 in totale. Ottimo!
Rando dello Spallone battezzata, 3 valli stiamo arrivando!
Ringraziamenti
Ancora una volta devo ringraziare il mio Socio, Franco, l’unico che risponde sempre presente alle mie proposte oscene, sia per condividere la sfida, che per farmi da Angelo Custode nelle mie zingarate, che altrimenti farei in solitaria.
Ringrazio Giovanni per l’ospitalità, il caffè fatto con la moka e lo strudel caldo ci hanno fatto sentire a casa!
Ringrazio mia moglie, che ogni volta deve sopportare le mie levatacce e le mie fisse nei giorni precedenti le uscite.
Ringrazio ancora una volta mio Zio per averci passato la “prima dose”.
Ringrazio mio padre, per avermi regalato la mia prima bici da corsa ed avermi insegnato passione e devozione sincera per uno sport che non accetta ne inganni ne bugie, ma solo onestà e solidarietà tra amici per lo stesso sport.
Ringrazio me stesso, senza di Lui non sarei nessuno.
Max
Il racconto della prima parte del tracciato mi ha veramente trasportato da quelle parti! Ho amici a Varese: magari prima o poi userò il tuo articolo come raod book!
Franz è il miglior complimento che mi potessi fare! Grazie 1000
Se hai amici a Varese, allora non hai scuse per farti vedere il 6 alla partenza delle tre valli varesine, e già che sei di strada, preleva Fabio con la forza, che una volta a Nerviano gli facciamo cambiare idea a suon di km!
A presto
Max
complimenti, seguo sempre con interesse i tuoi racconti. Continua cosi!!
Grazie Andrea,
mi fa piacere!
max
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