La prova sul campo
Una cosa è tracciare, tutt’altro è testare un percorso. L’esperienza mi insegna che un’opinione riportata non ha alcun valore se non confermata dalla propria. Capita spesso di prendere cantonate su persone, cose, sport, solo perché ci si basa sul sentito dire. Era giusto quindi che l’ultima mia idea di un tracciato estremo per le strade della Brianza fosse vissuto in prima persona.
l’idea malsana
Tutto è cominciato alla “Muretti Madness”, o meglio sulla via del ritorno, quando il seme del male germogliò nella mia mente. Da allora un pensiero fisso mi ha perseguitato, replicare una “Muretti” in terra brianzola, più dura, ancora più estrema. La Bestia dovrà fagocitare tutto il peggio della zona, dovrà umiliare gli spavaldi ed osannare gli impavidi, sarà la Dea più amata, ma anche la più odiata. Questa terra di mezzo tra Milano e le Alpi offre tante possibilità per mettere alla prova le proprie capacità dl Grimpeur. Lissolo, Giovenzana, Montevecchia, Crezzo, oltre a strappi che presi da soli possono sembrare innocui, ma se affrontati in serie…
Con queste premesse mi sono messo al lavoro per “il percorso dei percorsi”. Per prima cosa ho evidenziato su una cartina del Touring Club tutti gli strappi conosciuti, anche i più innocui. Una volta completato il censimento il duro lavoro è stato unirli creando una traccia che avesse senso e che crescesse di intensità all’avvicinarsi dell’apoteosi per quello che a detta di tutti è il Demonio, il Muro di Sormano. Anche per i collegamenti ho scelto strade meno battute dal popolo delle guarniture, totale assenza di statali o strade ad alto traffico veicolare.
Il risultato si riassume in 200 chilometri con oltre 4.600 mds+, 25 salite di cui almeno la metà definiti “muri”. Il nome? Per ora “Il Giro del Demonio”. Quando? Nel 2016, anche se il mio sogno è il Brevetto Permanente.
Il test
Finito il lavoro sulla carta si passa ai fatti, forza e coraggio andiamo per strada per vedere l’effetto che fa. Causa impegni di lavoro, al raduno ci ritroviamo in due, io e l’amico Michele, socio in questo progetto demoniaco.
L’intenzione è pedalare sulla traccia di questa prima bozza per capirne il potenziale ed annotare pro e contro dei vari settori. Non si percorreranno tutti i 200km, ci concentreremo sui primi 100 km e sul segmento finale che da Orsenigo porta all’arrivo.
Ritrovo alle 7:30 a Seregno, tattico per agganciarsi al giro, comodo per Michele arrivando in auto.
Con il termometro a +2° bastano una manciata di chilometri per entrare subito nel vivo del percorso, i primi strappi, Costa Lambro, Agliate Realdino e Orlanda, soprannominata “la Velenosa”, sono già di fronte a noi. Conoscendoli bene, preferisco concentrarmi sulle reazioni di Michele per coglierne il pensiero. Solo davanti alla Velenosa affiora sul suo viso un mix di stupore e stima, quel tornante con il breve rettilineo rende perfettamente l’idea della cattiveria del muro.. Oleandra ok, le altre da rivedere…
Usciti da questo primo imbuto, raggiungiamo Visconta rimanendo lontani dalle vie trafficate offrendoci nel contempo scorci inconsueti sulle cime del lariano, Grigne e Resegone.
La temperatura è rigida, si sente nelle ossa, la foschia, ancora prepotente, rende questi primi chilometri poco panoramici, si ha la sensazione di pedalare senza scopo, quasi fosse un allenamento infrasettimanale.
A Barzanò la prima pausa, non ci corre dietro nessuno, cafferino e mezzo muffin, oggi le barrette energetiche sono bannate!
Risaliti in sella affrontiamo l’ascesa per Sirtori e poi giù in picchiata su Perego per raggiungere la partenza del primo vero muro di giornata, il Lissolo.
Lo affrontiamo senza tirarci il collo, scambiando opinioni sui primi chilometri ma anche divagando su altri progetti, con le due ruote sempre protagoniste.
Raggiunto il Tetto Brianzolo anziché voltare su Viganò, deviamo a sinistra sulla strada sterrata per Montevecchia, un po’ di Gravel non fa mai male, anche con un corsa. GPM e tuffo verso Quattrostrade per agganciarci poi all’inizio di Belsedere, dove ci aspetta una rampa di 60 metri al 21%.
Superata la parete, io a piedi, Michele in sella, deviamo su un tratto di strada bianca direzione Valfredda, gradevole pista che attraverso l’oasi del Parco ci porta di fronte alla prima “lunga” di giornata, Giovenzana.
Siamo a 50 km dalla partenza, è giusto che si inizi ad imprecare.
La salita pretende rispetto, sono 6 chilometri scarsi con pendenze a volte vicine al 15%, secondo Michele si tratta di una Valcava concentrata, non così dura ovviamente, ma pur sempre una Signora salita.
Salendo il ritmo rimane blando, più per colpa mia che a causa del socio d’affari, porta pazienza, io vado forte solo in discesa!
Dopo Colle Brianza il menù prevede discesa su Dolzago e risalita verso Ello per incontrare l’Alpino, dove inizia lo strappo di Villa Vergano, “il muro di Purito”.
Mi viene da dire: – Non lasciamo nulla al caso, tutto il “peggio” dobbiamo infilarcelo, altrimenti che Giro del Demonio sarebbe?!
Dopo Vergano su per Consonno, anche se dal versante meno famoso, il passaggio da quello che una volta era il “Paese dei Balocchi” è d’obbligo. Breve sosta sotto il Minareto e poi giù a piombo verso Olginate, sul lago di Garlate. Sarà a causa della temperatura ancor più rigida, sarà per l’umidità proveniente dall’Adda, questo tratto in discesa diventa un massacro, arrivati al bivio con la statale ci rendiamo conto di essere ad un passo dall’ipotermia periferica (termine da me coniato), fortuna che quasi subito prendiamo la via per Galbiate, un po’ di salita ci aiuterà a recuperare il controllo di mani e piedi, si spera…
Da Galbiate uno dei pochi segmenti in pianura per raggiungere l’inizio della sedicesima asperità di giornata, Eupilio vecchio, prima però pausa ristoro in una delle migliori pasticcerie di Oggiono, è necessario reintegrare le energie bruciate in questi primi 80 chilometri.
Ripartiti sazi e ricaricati, a Pusiano attacchiamo la salita per Eupilio, porta d’ingresso del cosiddetto triangolo lariano. Raggiunto il laghetto del Segrino, in compagnia di un pallido Sole, riscendiamo su Erba per un’altra pausa, è la mia schiena a chiamare questa volta, meglio darle tregua prima di riprendere la via del ritorno.
Il progetto “Giro del Demonio” a questo punto prevede l’ingresso nel vero e proprio Inferno, il settore più tosto dell’intero tour. In successione Castelmarte, muro di 300mt al 15%, Caslino, muro di un centinaio di metri al 13%, Conca di Crezzo da Lasnigo, 5 rampe che stroncano gambe e forza di volontà, Ghisallo vintage da Barni, un paio di tornati saturi di Storia, ed infine sua Maestà il MURO di Sormano, l’apoteosi del Male. La via del rientro non sarà da meno, picchiata dal Tivano sul lungolago e poi Como con l’ascesa a Civiglio, per finire i muretti di Brenna, Cremnago e Fornacella. Noi fortunatamente, evitiamo il martirio agganciandoci nuovamente alla traccia poco prima del tratto in pavé sul muro di Alzate (2% di pendenza). La scelta di concentrarci sui primi 100 chilometri e sul tratto finale evitando il pezzo duro è dettata dal buon senso e dalla mia condizione, inoltre l’intero giro avrebbe richiesto oltre le 12 ore, troppe in questo periodo dell’anno. In primavera ci sarà tempo per seguire l’intera traccia e per verificare le modifiche di tracciato che questo primo test ha suggerito per migliorarne l’appeal.
Superati gli ultimi strappi, dopo aver rischiato qualcosa di troppo nel frenetico traffico brianzolo, raggiungiamo finalmente Seregno per chiudere questo primo test del Giro del Demonio. Complimenti, abbracci ed un meritato boccale di birra suggellano questa splendida giornata vissuta in ottima compagnia sulle strade della amata #Brianzalandia.
Work in progress
Il Giro del Demonio è un progetto aperto, la strada intrapresa sembra quella giusta, nei mesi che verranno avremo tempo per migliorarlo e rendendolo ancor più estremo, non abbiamo fretta di chiudere, tempo al tempo, sarà Lui a dirci quando vorrà prendere il volo…
… nel frattempo fuori a pedalare, la bella stagione sta arrivando!
Inquietante… 🙂
giro di allenamento con un po’ di fatica
Mi piace! 😉
Arrivooooo!!!!Dimmi solo quando 😉
Grande Fabio! ti tengo aggiornato, anche se gente con la pelle dura come te dovrebbe farla in notturna… 😉